Dopo il sacro Corriere (dello Sport), il primo giornale che sfoglio di mattina è il Fatto Quotidiano. Intanto perché è bene sapere in anteprima cosa si muove nelle Procure; poi perché dei quotidiani mi interessa quasi solo la scrittura, e quella del Fatto è obiettivamente interessante, per come riesce a deformare o stravolgere le notizie (roba che solo alla gloriosa Lotta Continua riusciva meglio, quaranta e più anni fa); ma anche perché, nel panorama desolante della stampa italiana, a volte sul Fatto finisci per trovarci cose carine e abbastanza originali, tipo i pezzi di Malcom Pagani (una volta lo erano anche quelli della Ranieri, che poi si è intristita in un burocratico e aziendale antirenzismo). Di più no, ma non è che dai giornali puoi pretendere chissà che…
Di Travaglio non parlo mai, me lo impedisce la necessaria tutela delle mie traballanti finanze. Una volta lo denunciai perché mi aveva definito ladro (sostenendo che ero entrato a Palazzo Chigi con le pezze al culo e ne ero uscito arricchito), e fui sconfitto in tribunale: il suo era un legittimo esercizio di critica giornalistica, così disse il giudice. Dovetti pagare pure le cospicue spese processuali. Finii cornuto e mazziato, insomma.
Da allora mi guardo bene dal fare polemiche con un uomo potente come lui. Infatti stamattina lo elogio senza riserve, visto che, nella sua messa cantata quotidiana, ha detto che in Italia c’è un problema di classe dirigente, e ha annunciato – se ho capito bene – una campagna del giornale su questo grande tema. Ecco, stavolta Travaglio ha proprio ragione. Anche io penso che il principale problema di cui il paese soffre – a venticinque anni dalla decapitazione giudiziaria della Prima Repubblica – sia quello di una classe dirigente che non c’è, che non riusciamo più a formare, per mancanza di luoghi deputati a farlo, per assenza di una selezione democratica, etc… Bravo Travaglio, dunque, e auguri di successo alla sua campagna. (Signor giudice, ho detto qualcosa che non va? Nel caso mi autocensuro, senza problemi…).
Travaglio è la voce del Padrone.
Il Fatto è un giornalino che fa rimpiangere il “Corriere dei Piccoli” ed è specializzato in bufale.
Ricordo che il giustizialista Travaglio perse (unico al mondo, credo)
una causa contro Previtii.
Inoltre questo zizgagare disperante nasconde ignoranza e approssimatismo.
Travaglio tutto è tranne un giornalista, ai miei occhi! Lo vedrei bene al MinCulPop!