In questo primo giorno di primavera, seguo in rete la maratona riformista. Tanti, tantissimi amici a dire la loro, prevalentemente cose giuste e condivisibili. A un certo punto mi viene da twittare su due punti che mi colpiscono: 1) mi pare che manchi un discorso sulla leadership riformista, che per me è tema essenziale; 2) constato che alle spalle degli oratori ci sono sempre librerie belle piene.
Siccome il mio tweet ha generato qualche reazione tra i maratoneti, cerco di spiegarmi meglio. Sul primo punto non mi perdo in chiacchiere astratte, mi limito ad un esempio semplice. Claudio Cerasa l’altro giorno ha sostenuto, in un tweet che ho trovato piuttosto lunare, che Draghi sta facendo le stesse cose di Conte. Io non sono per nulla d’accordo con lui, ma non tanto per il merito degli atti di governo, che si misureranno con il tempo. La vera differenza – enorme, incommensurabile – tra Draghi e Conte consiste nella leadership. Uno la possiede, e la esercita con semplicità, competenza, pacatezza, ironia. L’altro non ne ha mai posseduto neppure un briciolo, pur accumulando negli anni popolarità e like. Questo è il motivo per il quale Draghi riesce addirittura a generare finanche entusiasmo, in tanti di noi. Non per le cose che fa, per i programmi che annuncia, per i valori o non so quali altre categorie dello spirito. Draghi è leader proprio quando non si manifesta come tale, quando dice “vedremo”, “siamo pratici” e così via. E’ in quei momenti che io penso di potermi fidare di lui, e di potere delegare a lui la soluzione di una serie di problemi che riguardano la sfera pubblica. Così funziona nel mondo moderno (ma sempre, in realtà): ci si affida alle persone, non a cose astratte, a contratti scritti. Quindi, cari miei amici riformisti, non ve la potete cavare dicendo che la leadership arriverà, che maturerà nel fuoco della discussione, che sarà affidata all’intesa sulle proposte etc… Questo è politicismo puro, sono parole e concetti di gergo.
Quanto al secondo punto, inopinatamente citato anche nella discussione, annoto solo che a qualche amico riformista manca un po’ di ironia, ma va bene così. Buona giornata a tutti.