Gestire la retorica

Ho visto nel week end i due film italiani di cui tanto si parla, “C’è ancora domani” e “Comandante”, e che – tranquilli – non recensirò, limitandomi a una annotazione a margine. Dico solo che mi sono sembrati due bei prodotti, che fanno giustizia delle molte chiacchiere spesso autolesioniste sul cinema italiano. Quando ci sono storie da raccontare e bravi attori, anche i vecchi, vituperati film di casa nostra funzionano (lo dice uno che consuma una gran quantità di serie TV). E questi funzionano entrambi. Al fondo, sia la Cortellesi che De Angelis parlano di italiane e italiani, evitando il tipico macchiettismo indulgente che spesso ci disegniamo addosso. E pur maneggiando entrambi, su registri e temi differenti, quel delicatissimo topos che è la retorica, che può generare disastri, lacrime posticce e esibizione di muscoli. Invece Cortellesi, De Angelis (e Favino, ovviamente) gestiscono la retorica in agguato con delicatezza e misura. Qui c’è, mi viene da dire, il principale valore dei due prodotti. Italiani, e non retorici: una buona cosa.