Routine/2

Giusto perché alcuni mi hanno chiesto “ma ci dici che cosa sono, concretamente, queste routines”, e visto che qui si parla di vita vera, affronto il rischio del ridicolo e vi racconto lo spicchio più importante della mia giornata, a partire dal risveglio, che avviene alle ore 6 in punto, con sveglia sull’Apple Watch (se non ce la fate ad alzarvi a quell’ora, passate al prossimo post). Da quel momento dedico due ore piene solo – e integralmente – a me, senza mai sgarrare: 60′ minuti di camminata veloce o corsa (tappeto in casa, se il tempo è inclemente), con ascolto di un buon libro. Poi 10′ di meditazione e 30′ di stretching. Negli ultimi minuti preparo una sontuosa colazione (salata, vietato tutto quello che ha a che fare con il glucosio, in ogni sua declinazione) per me e mia moglie, che sveglio alle 8 (con suo quotidiano rammarico…), avendo accumulato una buona quantità di benessere e lucidità che spenderò nel resto della giornata.

Direte: ok, e allora? Sarà pure carina sta routine, ma se salti una giornata, se ti impigrisci e resti a letto? E no, miei cari. Quando accade (perché può accadere), succede che il resto della giornata non gira bene. A parte il lieve senso di colpa che si fa strada (questo è inevitabile) per l’impegno mancato, è che il senso di benessere (e anche quel di più di autostima) che quelle prime ore ti regalano, lo perdi. E non lo recuperi il giorno dopo. In questo ogni routine è micidiale: ti consente l’accumulo di piccoli, tangibili vantaggi giorno per giorno, ma se la smarrisci per strada, se non rispetti quella tempistica scandita e inesorabile, i danni sono esponenziali, si riflettono sull’organizzazione della tua intera giornata.

Allargando il discorso, mi sento di dire che tutte le routines, in fondo, affrontano il governo del tempo: nel caso degli individui, aiutando il superamento delle nostre ansie quotidiane, da cui siamo assaliti nel mondo vorticoso che abitiamo; nel caso di organizzazioni complesse – quando e se si riescono a strutturare – consentendo senza ombra di dubbio una maggiore efficienza di ogni sistema.
E allora, continuerete a chiedermi, bastano da sole le routines a risolvere tutti i nostri problemi? Certamente no, com’è ovvio. Ma, di fronte al fatto che tendiamo spesso a liquidarle come banali, alienanti, insomma orribili, vi invito ad un ripensamento. Cominciate a inserirle progressivamente nella vostra vita, vedrete che funzioneranno!

PS. Da quando ho avuto la sciagurata idea del “Reader’s Digest”, ho anticipato la sveglia alle 5.30 per aggiungere alla routine mattutina i miei 16-18 quotidiani (mezz’ora è anche troppo, basta sfogliarli rapidissimamente per trovare – a fatica – 3 pezzi potabili 🤪).