Come molti altri, ho ricevuto l’invito ad un incontro che si terrà a Firenze tra qualche giorno, il 10 febbraio. Si tratta di una (nuova) reunion “delle ragazze e dei ragazzi della Federazione Giovanile Comunista Italiana degli anni ’70 e ’80”, organizzazione di cui ero all’epoca militante e dirigente.
Non è la prima, se ne sono fatte altre. In particolare ci vedemmo in tanti, e fu divertente, in occasione del 60° compleanno del nostro leader di allora: qui, qui e qui ci sono tre video esilaranti fatti per l’occasione da quel genio di Gregorio Paolini, di cui raccomando la visione. Anche in altre circostanze (alcune tristi, qualcuno comincia a lasciarci, come Umberto MInopoli l’anno scorso) ci incontriamo, spesso in ordine sparso, perché in fondo quel gruppo di dirigenti giovanili ha fatto una bella riuscita, così capita che ci si riveda in riunioni di manager o andando per ministeri. Mai, però, commettendo l’errore di cadere nel reducismo, nel rimpianto di quella stagione e tantomeno di dare una qualche coloritura politica agli appuntamenti dell’oggi. Da quell’epoca lontana altro che acqua, interi oceani sono passati sotto i ponti della storia. E ognuno di noi ha compiuto opzioni politico-ideali, sociali, culturali molto diverse tra loro. Per cui, vedendoci, abbiamo sempre il buon gusto di non metterci a discutere o a fare sterili polemiche sull’attualità: non avrebbe senso, si finirebbe per gettare un’ombra su un periodo bellissimo della nostra vita, su un’esperienza che nessuno di noi rinnega (a partire da me), e che è giusto ricordare solo per quella che fu. Nulla di più né di meno.
Questa volta, invece, alcuni dei miei compagni di allora hanno avuto una caduta di stile. Hanno fatto di questo evento un appuntamento politico. Da giorni e giorni escono sull’Unità interviste a questo o quel dirigente di allora con improbabili piattaforme politico-culturali per il futuro di cui si intende discutere a Firenze, da ri-fondare a partire dall’esperienza di 40/50 anni fa. Giochi della memoria un po’ patetici, mi verrebbe da dire se non volessi davvero bene a tutti. E dunque buona serata, compagne e compagni, brindate anche per me, ma mi raccomando, non bevete troppo…
PS. Infine, piccola notazione su un riflesso tipicamente sovietico nella locandina dell’evento. Tutti in ordine alfabetico, la cosa è studiata con cura, ma non la compagna Luciana Castellina, che è in testa all’elenco: sarà lei – donna straordinaria, con qualche annetto in più di noi, in FGCI, mi pare, nel 1949 – a concludere l’incontro?
PPS. Comunque, nella foto di copertina, sappiate che ci sono anche io, con i capelli. E, orrore, fumo!!