Vedo nelle stazioni di treni e metro i cartelloni che annunciano il prossimo congresso di Forza Italia (23 e 24 febbraio), e mi dico che intanto è buona cosa che un partito italiano tenga un congresso. I nostri partiti sono tutti delle satrapie senza democrazia né regole interne, retti da leadership che si misurano solo con l’ondivago consenso esterno dei sondaggi oppure (in un caso noto) vengono legittimate da passanti che frequentano gazebo. Quindi che ci sia un’organizzazione che fa i suoi conti interni con maggioranze e minoranze, discussioni e correnti (sì, correnti), è una piccola, positiva inversione di tendenza.
C’è anche da dire che il contenitore è, in quanto tale, interessante. Si chiacchiera tanto di centro, moderati, liberali, insomma di qualcosa che si possa collocare tra i due populismi statalisti italiani, di destra e di sinistra. Forza Italia sarebbe naturalmente candidabile a raccogliere consensi tra coloro che non ritengono sodisfacente l’attuale, finto assetto bipolare del sistema. Certamente potrebbe farlo con più sobrietà dei tanti piccoli indiani che si agitano in quell’area. Magari con più coerenza. E finanche con più credibilità, se solo risolvesse un problemino inscritto dentro quel simbolo che va a congresso.
Il problemino si chiama Silvio Berlusconi, personalità su cui non spendo parole. L’uomo ha avuto grandi meriti: ha fondato il partito, ha portato al governo il centrodestra, ha annunciato a suo tempo (senza farla) una rivoluzione liberale.
Ma ora è morto, amici. Ripetete con me: Silvio Berlusconi è morto, e non può tornare né a dirigere un partito, e neppure può essere evocato con una seduta spiritica per ricevere vaticini sul futuro del paese.
E dunque presentarsi al congresso nazionale con il suo nome nel simbolo (addirittura Berlusconi Presidente, ma de che?!?) è, letteralmente, una follia. Lo so che tutti i sondaggi interni vi dicono che militanti e simpatizzanti lo chiedono, ma in questo modo, come tutti, finite per farvi governare da tifosi irragionevoli e irrazionali che uccidono ogni possibile prospettiva del partito. So pure (non sono nato ieri) che contate cinicamente sull’effetto nostalgia in chiave elettorale (tipo Berlinguer nel 1984, per capirci). Ma non funzionerà, temo. Quando si voterà sarà trascorso un anno dalla morte di Berlusconi, non sei giorni.
Varcate il Rubicone, amici di Forza Italia: togliete quel nome dal simbolo. Stupite l’Italia politica. Dimostrate di essere vivi.