La politica, come la vita, non prevede vuoti. Quando ti sembra che prevalga calma piatta, quando le cose ti appaiono statiche e immodificabili, quello è il momento di preoccuparsi. Perché l’equilibrio, ogni equilibrio è precario per definizione, esiste (e resiste) solo se e quando forze opposte si annullano a vicenda. Cosa impossibile se non per qualche attimo. Perché tutti agiamo in sistemi dinamici e complessi, che vivono processi continui di adattamento e cambiamento. E chi si illude di mantenere una condizione di stabilità stando fermo, non fa altro che rendere rigido l’equilibrio, togliendogli duttilità e resilienza. E quindi indebolendolo. Unica chiave per vincere la sfida dell’equilibrio è promuovere perturbazioni, piccole, continue rotture, incoraggiare imperfezioni. Vivere permanentemente in una condizione di “caos calmo”, per dirla con lo scrittore.
Il punto è che la rottura dell’equilibrio deve essere provocata da chi ne è al momento avvantaggiato, lì sta la bravura. Altrimenti arriva qualcosa/qualcuno dall’esterno e tu finisci per subire eventi non previsti, e magari neppure prevedibili, che ti fanno dire tra te e te “mannaggia, non me l’aspettavo…” (e la risposta beffarda spesso è “non ci hanno visto arrivare”). Così, con qualche piccolo incidente di percorso, una buccia di banana per strada, un meteo che non segnalava neppure una refola di vento si trasforma in una tempesta. In termini per addetti ai lavori, si manifesta uno spin, e le cose cominciano a girare in un altro verso.
Sarà il caso di questo piccolo e fino ad oggi trascurato turno elettorale che si svolgerà domenica prossima in Sardegna, una regione politicamente periferica, magnifica ma obiettivamente poco significativa?
Vedremo. I sondaggi (per quello che valgono) dicono che c’è equilibrio (a proposito…) tra i principali candidati in campo: a (centrodestra) e Alessandra Todde (Pd e Cinquestelle). Dato che domenica uno dei due prevarrà, le conseguenze politiche saranno inevitabili. Se Rudi vince, la Meloni intascherà una regione in più, rafforzerà la sua leadership e potrà tenere a bada le intemperanze di Sabini
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