Gravitas

No, non mi è piaciuto per niente il comportamento di Giorgia Meloni ieri in Parlamento. L’irrisione verso i parlamentari definiti “ragazzi”, l’esibizione del romanesco che non è il massimo della vita, il cazzeggio con i colleghi ministri, gli sguardi beffardi, le faccette di scherno, la testa nascosta nella giacca come gesto supremo di fastidio. Un Presidente del Consiglio non agisce mai così. A maggior ragione quando, come nel suo caso, continua a mantenere una posizione di vantaggio e di forza nei confronti degli altri. Perché mai, allora, mostrare questa inutile protervia? Risponde ad una strategia comunicativa voluta? E perché mai, ora, questa forzatura? Non se ne capirebbero i motivi, visto che la sua leadership è salda, non si intravedono nubi politiche all’orizzonte. Oppure si tratta – non ci sono altre spiegazioni possibili – di una manifestazione, più o meno involontaria, di hubris? Se è così, peggio me sento, sempre per dirla in romanesco. Significa che la Meloni tende a smarrire la concentrazione, che si mantiene alta – e ti impedisce gesti e atti sbagliati – quando sai di dover performare per mantenerti in sella, e che invece viene meno se ti senti in una inespugnabile comfort zone. In quel caso rischi lo sbraco, l’abbandono ad ogni libertà possibile, che ti prendi con presunzione e arroganza dall’alto di una posizione di forza. Ma non è un atteggiamento sano, sa di infantile e di inadeguato.

Di qualunque cosa si tratti – forzatura comunicativa o manifestazione di hybris – non è una cosa buona, mi permetto di dire a Giorgia Meloni. E aggiungo – per aggravare il tutto – che sono gli stessi due errori che commetteva in passato un Presidente del Consiglio altrettanto giovane e – nell’epoca in cui esercitava – popolare come lei. A quel leader mi capitava di dire spesso, pubblicamente, che doveva conquistare una certa gravitas. Cioè quella caratteristica che per gli antichi romani indicava serietà, dignità, autorevolezza e rispettabilità dei leader politici, militari e di chiunque ricoprisse posizioni di potere e responsabilità.

Parliamo di epoche lontane, e io tutto sono tranne che un passatista o un bacchettone. Ma penso che anche oggi un leader debba sempre mantenere compostezza e autocontrollo, dignità e finanche una certa solennità nella postura. A Giorgia Meloni, che stimo, mi permetterei di consigliare qualche passo avanti in questa direzione. Il suo predecessore, che stimavo e continuo a stimare, ha avuto un percorso politico accidentato forse anche per la permanente assenza di gravitas che lo ha contraddistinto. Fai tesoro della lezione, Giorgia.